La verticale

Ho sognato di fare la verticale. Stavo in equilibrio per un tempo lunghissimo. Non mi guardavo da fuori, vedevo le mie mani con le dita ben aperte e puntate a stringere il pavimento e sentivo di tenere la posizione senza nessun sostegno. Quello che provo a fare da anni. Nessuno, però, mi guardava, anche se attorno c’era moltissima gente.

Non so perché mi sia venuta questa fissa per la verticale, ma è da quando sono bambina che provo a farla. I miei piedi si sono appoggiati o avvicinati a centinaia di muri. Se mi togli il muro, però, mi togli la verticale.

Un problema ordinario in chi cerca di imparare a stare a testa in giù, probabilmente basterebbe qualche lezione seria (ovviamente sono autodidatta) e risolverei il mio blocco. Ma a questo punto credo non mi interessi farlo. Credo di esserci affezionata. Credo che mi piaccia così: non toccarlo, quel muro, ma sentire che c’è.

Penso di aver desiderato a lungo di toglierlo, questo muro, solo per fare una fotografia in cui si veda che riesco a stare in equilibrio anche senza, per mostrare al mondo di riuscire a fare qualcosa che non sanno fare tutti.

Capisco ora, con questo sogno, di aver desiderato a lungo di toglierlo, questo muro, solo per dimostrare a me stessa di riuscire a fare qualcosa che non sanno fare tutti, perché al mondo, siamo sinceri, non gliene può fregar di meno. Che dimostrazione inutile, che spreco di meravigliosa energia! Sì che comincio a credere di averlo fatto con cose anche più complesse di una posizione yoga, ma forse qualche altro sogno mi aiuterà a capirlo e sorriderne.

Quindi grazie muro, grazie che non me l’hai mai fatto fare, grazie che non mi hai fatto cadere. Ma non per terra dalla posizione che tanto mi piace, quanto nella schiavitù che è questo aver bisogno di voler dimostrare qualcosa.

La verticale è bellissima. Come tutte le inversioni dello yoga regala benefici per la mente e il corpo. Ma non serve togliere il muro (dimostrare qualcosa) per riceverli, anzi.

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